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RIENTRO A CASA: INFORMANDOSI E' MENO DIFFICILE
di Marisa Melis
QUOTIDIANO SARDEGNA DEL 20 maggio 2012
Oggi per l’ennesima volta ho informato una persona sui diritti del suo parente che ha avuto una gravissima disabilità.
Ancora un volta mi trovo davanti una persona che a parte la situazione tragica che vive, perché è devastata dal dolore, è completamente a digiuno delle informazione che possano dare una mano d’aiuto al suo congiunto.
Si cura giustamente l’aspetto sanitario della persona nell’immediatezza del trauma, ma i familiari non vengono informati su tutte le procedure da seguire una volta che il paziente ritorna a casa.
Il congiunto si trova veramente spiazzato, perché se durante la degenza ospedaliera si vive nella consapevolezza che qualsiasi cosa succeda, ci sono i medici che vigilano, quando ritorna a casa la paura è quella di non farcela a meno che non si abbia alle spalle una famiglia che aiuti materialmente ma soprattutto psicologicamente.
Il paziente ha bisogno di tutto perché purtroppo si è preso un brutto colpo dalla vita. Il familiare si rende conto di giocare un ruolo è di vitale importanza, e il suo fardello è quello di non far trasparire l’ansia che accompagnerà il grosso impegno presente e futuro.
Nessuno in ospedale ti dà il bugiardello dove sono elencate tutti i compiti da fare una volta varcata la soglia del luogo di cura.
Trovi per esempio la commessa del panificio, che ti informa che il suo parente ha avuto bisogno magari dei panni e, che per averli devi seguire certe procedure.
Certi percorsi devi seguirli prima delle dimissioni, per non ritrovarti a rincorrere gli specialisti per avere le relazioni per ottenere certi ausili.
Si devono attivare le procedure per il riconoscimento delle invalidità e dell’handicap, che sono due cose diverse (ma questo lo sanno gli addetti ai lavori e non chi si trova di punto in bianco in un altro mondo). Tanti canali da attivare secondo i bisogni, dunque.
La vita cambia all’improvviso e tanti si rendono conto che non erano preparati.
Ma nessuno è preparato ad entrare in questo mondo, pensiamo che queste cose succedono sempre agli altri.
Ma nessuno è esente da niente.
Ho chiesto a questa persona: "ma non c’era l’assistente sociale per farti conoscere tutti i diritti ?"
Con le lacrime agli occhi mi ha risposto:" perché esiste l’assistente sociale?"
Devo dire che mi sono sentita utile in questo frangente.
Tristemente utile!
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